Soluzioni di scansione 3D

Come Artec 3D sta sostenendo l'Ucraina

Raccontare la storia dell'elefantessa "Miss Djeck" a un nuovo pubblico con Artec Leo

La sfida: digitalizzare un intero elefante dentro e fuori, compresa la pelle, lo scheletro e gli organi interni, con una precisione sufficiente per creare un'esperienza museale davvero coinvolgente.

La soluzione: Artec Leo, Artec Space Spider, Artec Studio, ZBrush

Il risultato: un'esposizione museale interattiva che insegnerà alle generazioni future la storia di "Miss Djeck", una famosa elefantina da circo dallo spirito libero approdata in Europa nel XIX secolo.

Perché Artec 3D?: Con lo scanner wireless all-in-one Artec Leo, la manovra per catturare geometrie grandi e complesse come vecchie ossa è rapida e intuitiva, anche per i neofiti.

Elephant Museum Scanning

Un modello basato su scansione 3D di Miss Djeck l'elefante. Immagine per gentile concessione del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai.

Gli elefanti asiatici hanno per molto tempo subito il tragico destino di venire spediti come regali alle famiglie reali Europee, che li vedevano come beni esotici da commerciare in tutto il continente.

Ma pochi elefanti hanno una storia come quella di Miss Djeck. Secondo i documenti storici, lasciò l'India in direzione dell'Europa intorno al 1806, non come regalo, ma come artista circense. In un momento in cui gli zoo non erano molto comuni, l'elefantessa divenne rapidamente molto popolare. Venne mostrata in vari eventi e sfilate in Inghilterra, Francia, Germania e America e la sua fama di stella del pubblico durò oltre tre decenni, fino al 1837.

Quell'anno, durante una mostra a Ginevra, una Miss Djeck irascibile e affaticata dai viaggi afferrò un sacerdote, stringendogli la vita con la proboscide. Venne quindi confinata in un fosso vicino a Porte de Rive, ma fuggì, galoppando lungo le rive del fiume Rodano e barrendo nella notte. Anche se l'eccentrica elefantessa venne ricatturata, ferì altri tredici persone arrivò persino ad uccidere tre dei suoi domatori. Venne quindi ordinato di abbatterla.

Purtroppo, dopo questi incredibili eventi, Miss Djeck venne quindi uccisa e i suoi resti vennero divisi in pezzi. Tuttavia, la pelle dell'elefante venne conservata nel famoso gabinetto di tassidermia Deyrolle a Parigi. Fu lì che Barthélémy Dumortier, uno dei fondatori del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai, fu in grado di acquisire e riportare in vita questo cimelio storico. Da allora, è stato esposto dagli artigiani locali come tributo, il primo del suo genere nel loro paese natale, il Belgio.

Ora, lavorando con lo staff del museo, il designer della Haute Ecole en Hainaut Nicolas Vaczi ha escogitato un modo per portare la storia di Miss Djeck, tesoro della regione della Fédération Wallonie-Bruxelles, a un pubblico moderno. Utilizzando Artec Leo, ha trasformato il corpo di Miss Djeck in uno splendido modello 3D, costituito dalla pelle originale del museo di Tournai montata su uno scheletro di elefante più giovane in mostra al Museo dell'Università di Gand, che i visitatori possono ammirare e da cui possono imparare.

Elephant Museum Scanning

Lo scheletro del Museo dell'Università di Gand nel software Artec Studio. Immagine per gentile concessione del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai.

La digitalizzazione dei resti di Miss Djeck

Fortunatamente per Vaczi, che aveva scelto di digitalizzare Miss Djeck per la sua tesi, lo scheletro esposto in una collezione privata al Museo dell'Università di Gand era di dimensioni paragonabili a quelle dell'elefantessa. Il display integrato e il design wireless di Artec Leo hanno anche reso facile e veloce la cattura della struttura ossea dell'animale, garantendo risultati al contempo completi e altamente accurati.

"In realtà è stata una scansione abbastanza facile perché le ossa non sono molto piccole e lo scanner ha rilevato tutte le piccole crepe nella pelle", ha spiegato Lucas Terrana, responsabile della collezione al Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai. "Grazie ad Artec Leo siamo riusciti anche dividere il progetto in parti, scansionando la proboscide, la testa, le gambe e il dorso separatamente per la massima qualità di acquisizione delle texture".

Questi risultati sono stati resi possibili grazie al supporto dell'ambasciatore Artec 4C Creative CAD CAM Consultants (4C). In effetti, è stato il proprietario di 4C, Edwin Rappard, ad aiutare il team a superare i problemi iniziali di acquisizione delle texture e a portare il progetto sulla giusta strada.

Elephant Museum Scanning

Il proprietario di 4C Edwin Rappard indica il modo migliore per scansionare in 3D l'elefante al Museo di Storia Naturale e Vivarium di Tournai. Immagine per gentile concessione del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai.

Una volta che Vaczi ha catturato la pelle e lo scheletro dell'elefante, ha iniziato a creare i modelli degli organi interni. Ma date l'impossibilità di digitalizzare tali tessuti, li ha disegnati lui stesso, ottenendo risultati incredibilmente realistici utilizzando solo le informazioni raccolte nelle sue ricerche.

Dalla mesh al modello interattivo

Il flusso di lavoro di modellazione di Vaczi è iniziato nel software professionale di acquisizione ed elaborazione di dati 3D Artec Studio. Dopo la scansione 3D, il Pilota Automatico del programma ha contribuito ad accelerare il processo di creazione di un modello a tenuta stagna, mentre la semplificazione della mesh gli ha permesso di eliminare i dati non necessari, riducendo drasticamente un conteggio polivalente iniziale di 11 milioni per consentire una più facile esportazione dei file.

Terrana ha detto che Leo aveva addirittura più potenziale di quanto fosse necessario per il progetto. "All'inizio, abbiamo usato la modalità HD (per linee sottili e geometrie complesse), ma in realtà ha raccolto troppi dati", ha detto Terrana. "Gli elefanti hanno molta pelle con la stessa texture, quindi non abbiamo avuto bisogno di ulteriori dettagli in questa occasione. Siamo comunque riusciti a ottenere risultati molto realistici!"

Una volta ripulito il suo modello 3D, Vaczi lo ha inviato su ZBrush e Blender, dove ha potuto utilizzare strumenti di scultura avanzati per rifinirlo ulterioremente e animare la sua creazione. Il risultato?: un'installazione touchscreen incredibilmente coinvolgente al Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai che continua a dare vita alla storia di Miss Djeck (e di altri elefanti finiti in Europa).

Elephant Museum Scanning

Il modello finale del team presenta dettagli fotorealistici. Immagine per gentile concessione del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai.

"In questa applicazione interattiva, puoi cambiare la pelle di questo elefante, vedere attraverso i suoi organi interni e toccare per scoprirne ogni dettaglio", ha aggiunto Terrana. "Al momento il progetto è nella sua fase beta, ma vorremmo evolvere gradualmente l'applicazione in futuro, aggiungendo ulteriori dettagli con cui il pubblico possa interagire".

Immortalare specie rare in 3D

Da quando Vaczi ha finalizzato il suo modello, è stato caricato su un'applicazione ed esposto come parte di una mostra dedicata alla vita di Miss Djeck. Ma il Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai non ha ancora finito; adesso vuole creare modelli 3D di specie estinte.

"Ci piacerebbe scansionare alcuni dei pezzi più rari della nostra collezione", ha concluso Terrana. "Ad esempio, abbiamo alcuni animali che sono estinti in natura. Forse potremmo creare una "rivista numerica", in cui gli utenti possono scorrere e scoprire di più su queste specie".

Elephant Museum Scanning

L'applicazione è stata presentata al Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai (disponibile in inglese, francese e olandese). Immagine per gentile concessione del Musée d'Histoire naturelle & Vivarium de Tournai.

Per digitalizzare tali animali, molti dei quali sono estremamente piccoli, il museo ha anche contattato 4C per ottenere lo scanner Artec Space Spider. Sebbene non sia flessibile come Leo, Space Spider è alimentato dalla tecnologia a luce blu, che lo rende ancora più efficace nel catturare dettagli fini, offrendo una precisione di 0,05 mm per ottenere veri gemelli digitali.

Detto questo, Vaczi, Terrana e il curatore del museo Christophe Remy hanno già dimostrato come la tecnologia avanzata possa andare di pari passo con l'insegnamento tradizionale, aiutando i nativi digitali di oggi a fare i conti sia con i racconti storici che con le moderne sfide ecologiche.

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