Artec Leo risolve un grande mistero storico per uno speciale di Discovery Channel
La sfida: digitalizzare un antico coperchio di sarcofago per vedere se apparteneva alla tomba perduta di Alessandro Magno, uno dei più grandi condottieri della storia.
La soluzione: Artec Leo, Artec Studio, ZBrush
Il risultato: un modello 3D ricco di dettagli come l'incisione del Sole di Vergina, simbolo della famiglia reale macedone, catturato con tale precisione da poter essere utilizzato per risolvere uno dei più grandi misteri della storia.
Perché Artec 3D?: Catturare questo enorme artefatto a parete sarebbe impossibile senza la scansione 3D. La combinazione unica di acquisizione dati wireless ad alta risoluzione e feedback in tempo reale di Artec Leo ha permesso una scansione semplice e veloce, una completa digitalizzazione e una rapida analisi dei dati.

Un modello 3D di un antico blocco funerario catturato con Artec Leo. Immagine per gentile concessione di Discovery Channel e ShareMind
Nell'anno 359 aC, Filippo II salì al trono di Macedonia, un antico stato situato nell'odierna Grecia settentrionale. Dopo aver dotato l'esercito macedone delle armi più avanzate, il re era pronto a guidare il suo esercito in battaglia per rimodellare i confini del paese.
Ma venne pugnalato alla schiena prima che potesse farlo. Questo ha lasciato suo figlio di 20 anni, che sarebbe stato in seguito conosciuto come Alessandro Magno, con il difficile compito di conquistare il mondo. Nel decennio successivo, Alessandro trasformò la Macedonia nel più grande impero del mondo, portando le sue forze nei Balcani, in Asia, attraverso l'Egitto e fino alle vette dell'Himalaya.
Dopo aver rischiato la vita in battaglia nell'odierno Pakistan, il primo faraone straniero d'Egitto si ritirò nella favolosa Babilonia dove morì per cause sconosciute all'età di 32 anni. Sebbene Alessandro avrebbe dovuto essere sepolto vicino alla sua famiglia in Macedonia, il suo corpo fu preso da Tolomeo II, uno dei tanti generali che cercavano di legittimare la loro rivendicazione dei territori dell'impero.
Dopo di che, la tomba (insieme a tutti gli antichi tesori con cui Alessandro fu sepolto) si perse nelle sabbie del tempo. Tornando ai giorni nostri, e per essere più precisi a pochi mesi fa, il programma di Discovery Channel Expedition Unknown ha iniziato a organizzare degli scavi archeologici per risolvere questo mistero storico.

L'ambasciatore Artec Pietro Meloni (a sinistra) con il presentatore di Expedition Unknown Josh Gates. Immagine per gentile concessione di Discovery Channel e ShareMind
Dopo aver guardato sotto antichi edifici, in altre tombe e persino in fondo al mare, l'inseguimento ha portato la docuserie televisiva al British Museum e al sarcofago di San Marco. Gli storici infatti ritengono che questo sepolcro fosse in origine quello di Alessandro. Il team si è quindi diretto a Venezia, dove sul coperchio mancante sono state ritrovate iscrizioni macedoni. Ma il team non poteva spostarlo per verificarne l'autenticità.
È qui che è entrato in gioco Artec Leo . Utilizzando lo scanner, è stato possibile digitalizzare rapidamente e accuratamente il manufatto e inviarlo direttamente al museo per la verifica. Il risultato? Una scoperta sensazionale. Questo modello incredibilmente dettagliato si è rivelato la chiave per dimostrare cosa è successo ad Alessandro Magno una volta per tutte.
Digitalizzare l'antica tomba di Alessandro
A pochi passi da una scoperta rivoluzionaria, i produttori del programma hanno contattato l'ambasciatore italiano Artec ShareMind. Di fronte alla sfida di catturare un blocco montato su una parete di 1x2 metri, il proprietario di ShareMind Pietro Meloni ha utilizzato Artec Leo. Posizionando una piccola scala accanto al manufatto, in pochi minuti è stato possibile eseguire la scansione da tutte le angolazioni utilizzando questo dispositivo wireless compatto.

Meloni scansiona in 3D il blocco su una piccola scala con Artec Leo. Immagine per gentile concessione di Discovery Channel e ShareMind
Usando il display integrato di Leo, Meloni è stato in grado di controllare cosa stava catturando mentre lo catturava. Doveva stare attento. Dopotutto, se avesse perso anche i più piccoli dettagli, avrebbe potuto compromettere il progetto.
Ma si è scoperto che la struttura in pietra era perfetta per la scansione 3D, con molte imperfezioni che rendevano più facile la cattura con Leo. Secondo Meloni, lo scanner stesso si è rivelato ideale per il progetto, grazie alla sua velocità, usabilità ed ergonomia.
"Prima di tutto, Leo è velocissimo. Non richiede nemmeno cavi per collegarlo al PC", ha spiegato Meloni. "Sono stato coinvolto molte volte in progetti di archeologia. Quando si usano delle scale, avere dei cavi intorno è molto scomodo. In quei casi c'è bisogno di un dispositivo non solo veloce ma anche wireless, che permette di controllare immediatamente la qualità delle scansioni. È qui che Leo eccelle davvero."
Risolvere un mistero storico
Una volta terminata la scansione, Meloni ha inviato i suoi dati al software di acquisizione e modifica dei dati 3D Artec Studio. All'interno del programma, avrebbe potuto utilizzare il pilota automatico per automatizzare il processo di generazione del modello 3D, ma la sua lunga esperienza di partner certificato Artec Gold gli ha suggerito di scegliere la funzione manuale della registrazione, della fusione delle mesh e del riordino.

Il blocco funerario all'interno del software Artec Studio. Immagine per gentile concessione di Discovery Channel e ShareMind
Oltre a rimuovere i frammenti esterni, Meloni non ha apportato altre modifiche al modello, poiché Expedition Unknown voleva mantenere la scansione il più fedele possibile al manufatto originale. Sebbene il lato aderente alla parete della reliquia fosse inaccessibile, è stato successivamente ricreato utilizzando il software di progettazione ZBrush, fornendo al team un modello completo pronto per l'analisi virtuale.
Tornati al museo, gli esperti hanno trovato altri simboli macedoni, tra cui una spada legata a una cintura e gambale d'armatura. Ma la vera svolta è stata la possibilità di sovrapporre questa replica digitale, a colori e geometricamente accurata, con il sarcofago vero e proprio utilizzando un'applicazione di realtà aumentata. Non solo hanno scoperto che combaciavano perfettamente, ma il team è stato in grado di simulare l'aspetto originale della tomba.

La tomba di Alessandro Magno visualizzata sulla base di scansioni Artec 3D. Immagine per gentile concessione di Discovery Channel e ShareMind
"Sarebbe stato impossibile spedire questa stele al British Museum o spedire il resto dell'oggetto", ha aggiunto Meloni. "Quindi non c'era davvero altro modo per capire se queste due parti combaciassero. In teoria è possibile utilizzare una calibro manuale, ma un singolo contorno non sarebbe sufficiente per verificare se le due parti corrispondono perfettamente: stiamo parlando in fondo di oggetti 3D. La scansione Artec3D è stato l'unico modo possibile per realizzare questa scoperta".
Digitalizzare il passato con la tecnologia del futuro
Alla fine, il ruolo di Meloni nel progetto è stato fondamentale ma in realtà piuttosto breve. La scansione, l'elaborazione e la pulizia del modello 3D hanno richiesto meno di mezz'ora. La sua efficienza non dovrebbe sorprendere... Meloni utilizza sempre Leo nell'ambito della conservazione del patrimonio culturale e dell'archeologia.
Proprio l'anno scorso, Meloni ha trovato due piedi di bronzo a Roma. Seguendo lo stesso flusso di lavoro di digitalizzazione e condivisione con gli studiosi, alla fine è riuscito a trovare il resto della statua in Francia. In questo caso, ha utilizzato Space Spider, predecessore del nuovo Artec Spider II, per catturare i piedi con una risoluzione ancora più elevata, dimostrando che il suo approccio è applicabile in qualsiasi situazione.
Mentre il team di ShareMind si sta preparando per la sua prossima grande avventura, può essere orgoglioso del ruolo che ha già svolto nel risolvere il caso della persona scomparsa più antico del mondo: Alessandro Magno.
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